Per molti pensare allo stato d’Israele vuol dire associarlo alla guerra, ai bombardamenti, ai soldati. In realtà dagli anni duemila si è assistito ad una crescita esponenziale dello sviluppo economico del paese. Il turismo e la tecnologia.
Gli ultimi dieci anni hanno visto fiorire la cosiddetta Startup Nation, con un numero crescente di multinazionali che se ne accorgono, si aggiudicano aziende e tecnologie israeliane e stabiliscono nel paese centri di ricerca e sviluppo. Gli imprenditori start-up, un tempo ansiosi di vendere le loro aziende al miglior offerente il più presto possibile, ora resistono più a lungo e raccolgono più denaro dal venture capital o dai fondi di private equity, per far crescere da sé le loro aziende.
Secondo un recente studio condotto dall’importante organismo europeo Asgard Institute for scientific research , Israele si colloca al terzo posto al mondo per numero di aziende start-up basate sull’intelligenza artificiale. Secondo a Usa e Cina oggi si contano più di 6.400 startup che operano in Israele, secondo Start-Up Nation Central che segue il settore. Questi imprenditori sognano più in grande e si sforzano di creare aziende più grandi.
Mentre una volta dovevi aprire una filiale nella Silicon Valley per raccogliere 50 milioni dagli investitori, oggi gli imprenditori raccolgono quantità sempre più grandi in Israele da fondi venture capital esteri e multinazionali che sono costantemente alla ricerca di nuove opportunità. Guardando al futuro l’espansione sembra destinata a continuare, posizionando Israele come leader in una serie di settori in crescita: sicurezza informatica, auto a guida assistita e autonoma, tecnologie sanitarie, dove tecnologia e sanità si incontrano generando farmaci sempre più mirati e migliori strumenti diagnostici e di monitoraggio; tecnologie alimentari; tecnologie agricole; tecnologie dell’intelligenza artificiale e internet delle cose, che già pervadono un po’ tutti i settori della vita quotidiana.
Gli ultimi dieci anni hanno visto fiorire la cosiddetta Startup Nation, con un numero crescente di multinazionali che se ne accorgono, si aggiudicano aziende e tecnologie israeliane e stabiliscono nel paese centri di ricerca e sviluppo. Gli imprenditori start-up, un tempo ansiosi di vendere le loro aziende al miglior offerente il più presto possibile, ora resistono più a lungo e raccolgono più denaro dal venture capital o dai fondi di private equity, per far crescere da sé le loro aziende.
Secondo un recente studio condotto dall’importante organismo europeo Asgard Institute for scientific research , Israele si colloca al terzo posto al mondo per numero di aziende start-up basate sull’intelligenza artificiale. Secondo a Usa e Cina oggi si contano più di 6.400 startup che operano in Israele, secondo Start-Up Nation Central che segue il settore. Questi imprenditori sognano più in grande e si sforzano di creare aziende più grandi.
Mentre una volta dovevi aprire una filiale nella Silicon Valley per raccogliere 50 milioni dagli investitori, oggi gli imprenditori raccolgono quantità sempre più grandi in Israele da fondi venture capital esteri e multinazionali che sono costantemente alla ricerca di nuove opportunità. Guardando al futuro l’espansione sembra destinata a continuare, posizionando Israele come leader in una serie di settori in crescita: sicurezza informatica, auto a guida assistita e autonoma, tecnologie sanitarie, dove tecnologia e sanità si incontrano generando farmaci sempre più mirati e migliori strumenti diagnostici e di monitoraggio; tecnologie alimentari; tecnologie agricole; tecnologie dell’intelligenza artificiale e internet delle cose, che già pervadono un po’ tutti i settori della vita quotidiana.